Una piscina può far diventare un immobile di lusso e far aumentare le tasse?
La risposta a questa domanda è NO, la piscina da sola non cambia l’accatastamento della casa, con relativa imposizione fiscale maggiorata.
CARATTERISTICHE CHE DETERMINO L’ACCATASTAMENTO COME IMMBOLE DI LUSSO
Il decreto DM 1072/1969 stabilisce un elenco di criteri che determinano l’accatastamento come immobile di lusso solo nel caso in cui almeno 5 di questi criteri siano contemporaneamente soddisfatti:
superficie utile, esclusi terrazzi, balconi e cantine, superiore ai 160 mq;
superficie complessiva delle terrazze superiore ai 65 mq;
ascensori: quando vi sia più di un ascensore per ogni scala, ogni ascensore in più conta per una caratteristica se la scala serve meno di 7 piani sopraelevati;
scale di servizio se non previste per legge;
montacarichi e ascensori di servizio;
presenza di scale rivestite in materiale pregiato;
altezza libera del piano superiore pari o maggiore di 3,30 m;
porta di ingresso agli appartamenti da scala interna in materiale pregiato;
infissi con particolari caratteristiche
pavimenti con particolari caratteristiche
pareti con particolari caratteristiche
soffitti con particolari caratteristiche
campo da tennis con superficie superiore a 650 mq.
Quindi tieni presente che, per salire di categoria, la superficie ricoperta dalla piscina deve essere superiore a 80 mq. Se questi numeri ti sembrano esagerati ecco un esempio concreto: la piscina in abitazione privata solitamente non supera le dimensioni 6 x 12, per un totale di 72 mq. Largamente al di sotto della quota 80 mq descritta nella normativa. Possiamo quindi affermare che la piscina ha il potere di trasformare una casa in una reggia, aggiungendo valore all’immobile senza necessariamente implicare maggiori oneri fiscali: massimo divertimento nella sicurezza della propria abitazione
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